Una mediatrice linguistica e culturale

Da circa quattro anni Delia Curcio insegna italiano al Tribunale amministrativo federale. Molti partecipanti ai corsi si sono fatti contagiare dal suo entusiasmo per la lingua e la cultura.

06.05.2020 - Katharina Zürcher

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Delia Curcio come insegnante di lingue
Delia Curcio è un'insegnante di italiano e insegna anche al TAF. Foto: TAF

Delia Curcio è nel suo elemento. La lezione che la classe A2 affronta questo giovedì pomeriggio si intitola «Cibo come cultura». E sebbene la 54enne insegnante di italiano viva in Svizzera da molti anni, da questo punto di vista è rimasta assolutamente italiana: «Possiamo passare una serata intera a discutere di cibo e ricette». Un tema che interessa moltissimo tutti i partecipanti al corso, sei donne e tre uomini. Delia Curcio ha portato alcune ricette illustrate tratte dalla sua «enciclopedia culinaria» personale: risotto, lasagne, parmigiana e molto altro. Poiché la discussione sulle specialità ticinesi e italiane ha stuzzicato l’appetito un po’ a tutti, Delia Curcio fa circolare nel gruppo un sacchettino di friselline all’olio d’oliva e finocchio, una specialità pugliese da forno simile ai taralli.

Spirito di apertura al tribunale

Di origini meridionali, Delia Curcio insegna italiano al Tribunale amministrativo federale da più di quattro anni. Attualmente dà tre corsi: A2, B1 e B2. Ci sono allievi che hanno iniziato il loro primo corso nel 2014 e che ora frequentano ancora i suoi corsi. Gli allievi del tribunale sono diversi dagli altri? «Sì», risponde Delia Curcio, «si nota che arrivano da tutta la Svizzera. Sono più aperti degli altri e questo rende il mio lavoro particolarmente interessante». In altre parole, Delia Curcio apprezza soprattutto il contatto con le persone: «Mi piace, anzi ne ho proprio bisogno».

«Nel mio petto battono due cuori. Amo la Svizzera così come la lingua e la cultura italiana, peraltro ricchissima.»

Delia Curcio

Due cuori nel petto

Forse è anche per questo che all’inizio la vita in Svizzera non è stata solo rose e fiori. Delia Curcio è arrivata a Rheineck per amore, al seguito del marito che ha conosciuto in Italia: «La mia prima impressione è stata di stupore. Sono rimasta affascinata dal paesaggio ma anche colpita dalla quiete e dall’ordine che regnava. La piazza era semideserta a tutte le ore e per le vie del centro di Rheineck non c’era un gran viavai di persone», ricorda. Con il suo carattere allegro e pimpante, non ha però faticato ad allacciare nuove conoscenze: Insieme ad altre donne ha fondato un gruppo per poter condividere gli stessi interessi. Ha lavorato come traduttrice, seguito la clientela ticinese di un’azienda e frequentato la formazione di insegnante di lingue. Non da ultimo grazie anche alle due figlie, nate in Svizzera, si è integrata benissimo sulle rive del Lago di Costanza: «Mi trovo molto bene qui». Si sente più italiana o più svizzera? «Nel mio petto battono due cuori», risponde. «Amo la Svizzera così come la lingua e la cultura italiana, peraltro ricchissima. Spesso però in Italia sono considerata la svizzera e in Svizzera l’italiana».

Si sente a casa

Alla Scuola Club, dove insegna da oltre 16 anni, si sente a casa. L’insegnamento le ha permesso di confrontarsi intensamente con altre culture e soddisfare la sua sete di sapere. Delia Curcio non trascura però le proprie radici: almeno una volta all’anno torna a casa, in provincia di Avellino in Campania. Fa visita ai parenti e si tiene aggiornata professionalmente: «In questi anni di lontananza l’Italia è molto cambiata», afferma. «Devo fare attenzione a non dare ai miei allievi un’immagine obsoleta del mio Paese d’origine».

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