Trovare e fidelizzare le buone persone

Al Tribunale amministrativo federale lavorano circa 240 cancelliere e cancellieri. Le specialiste del personale Monika Sengör e Annette Nimzik sanno a cosa prestare attenzione durante il reclutamento e spiegano perché i datori di lavoro devono dar prova di flessibilità.

27.05.2025 - Katharina Zürcher

Condividere
Monika Sengör e Annette Nimzik
«La carenza di personale qualificato non risparmia la giustizia», affermano le specialiste del personale Monika Sengör e Annette Nimzik. (Immagine: Stéphane Oppliger)

Monika Sengör e Annette Nimzik, quali requisiti bisogna avere per diventare una cancelliera o un cancelliere del Tribunale amministrativo federale?
Annette Nimzik: Prima di tutto un master in diritto conseguito in Svizzera, uno spiccato interesse per le materie giuridiche trattate in tribunale e ottime conoscenze di una seconda lingua ufficiale. Costituisce titolo preferenziale il brevetto di avvocato o il dottorato, e questo criterio ha anche un impatto sul salario.
Monika Sengör: È auspicata anche una certa esperienza in altri tribunali o uno studio legale, meglio se negli stessi ambiti giuridici. Nei nostri annunci chiediamo inoltre capacità di pensiero analitico, precisione nell’espressione orale, grande capacità di lavorare in modo autonomo e resistenza allo stress.

Attualmente è facile o difficile trovare personale giuridico di qualità?
Monika Sengör: Non è semplice trovare cancelliere e cancellieri di lingua madre francese. Penso che ciò sia dovuto in parte alla distanza geografica visto che il TAF ha sede a San Gallo. Molti francofoni ritengono che l’esperienza al TAF offra buone opportunità di carriera, ma non vanno oltre il tempo limitato. Il loro obiettivo rimane il ritorno oltre Sarine.
Annette Nimzik: Secondo me è più difficile trovare personale qualificato di lingua italiana. Se però si appassiona al tedesco, una persona italofona rimane spesso a lungo nella Svizzera orientale, una regione che peraltro confina con Austria e Germania e che offre paesaggi incantevoli. 

«Finora siamo sempre riusciti a reclutare personale valido ma sempre più spesso dobbiamo attivarci personalmente per occupare i posti vacanti»

Monika Sengör, Personalbereichsleiterin

L’intenzione di restare è tematizzata durante i colloqui di assunzione?
Annette Nimzik: Sì, di solito chiediamo alle persone che si candidano quali sono i loro obiettivi professionali. Alcune hanno una strategia chiara, magari mirano a una carriera di giudice. Altre desiderano semplicemente approfondire l’applicazione del diritto o conoscere la giustizia dall’interno con l’obiettivo di ottenere il brevetto di avvocato. 
Monika Sengör: Visto che non si può pianificare una carriera di giudice, è importante offrire alle nostre cancelliere e ai nostri cancellieri possibilità di crescita, come la promozione a cancelliere o cancelliera II, un lavoro in un pool o un incarico al segretariato presidenziale di una corte. 

Quali sono le vostre esperienze con la generazione Z? Ragiona davvero in modo diverso?
Annette Nimzik: I giovani ragionano da sempre in modo diverso rispetto alle generazioni precedenti. È assolutamente normale. Noto comunque che i desideri della generazione Z, ossia flessibilità e conciliabilità tra vita privata e lavoro o con altri interessi, sono gli stessi di quelli che fanno parte da lungo delle rivendicazioni delle donne che vogliono fare carriera Oggi le possibilità offerte dalla tecnica agevolano il lavoro flessibile. Un tempo eravamo legati all’ufficio. Eventualmente concludevamo una lettera con l’annotazione «partito dopo dettato».
Monika Sengör: La generazione Z dà molta importanza alla crescita personale, al senso di ciò che si fa e alla libertà individuale. Queste persone considerano la carriera un percorso individuale che rispecchia i loro valori e punti di forza. Privilegiano la carriera a mosaico. I datori di lavoro devono dar prova di flessibilità e soddisfare per quanto possibile le aspettative di questa generazione con modelli di lavoro flessibili, home office, infrastrutture IT ecc. Vista l’attuale carenza è difficile trovare e fidelizzare le buone persone.

Alcune aziende faticano a far tornare in ufficio il personale che lavora da casa. Qual è la situazione al Tribunale amministrativo federale?
Monika Sengör: Se manteniamo l’ottica sulla generazione Z, credo che il TAF potrà essere considerato un datore di lavoro all’avanguardia solo se offrirà la possibilità del home office.
Annette Nimzik: L’home office è un’esigenza reale, permette di rispettare meglio il proprio bioritmo e ha un influsso positivo sulle prestazioni lavorative. Senza contare che le ore di viaggio tra casa e lavoro generano stress. Se in passato le persone dovevano adeguarsi alle strutture, oggi avviene l’esatto contrario e i superiori devono impegnarsi di più per fidelizzare il personale.

Quali tendenze osservate sul mercato del lavoro?
Monika Sengör: Finora siamo sempre riusciti a reclutare bene, ma la carenza di risorse umane qualificate ci costringe sempre più spesso ad attivarci per occupare i posti vacanti. È un problema che interessa anche gli studi legali che cercano di accaparrarsi i giovani talenti già durante gli studi. Ci sono poi le sfide legate alla trasformazione digitale e all’intelligenza artificiale e quelle di natura demografica: nel 2030 avremo 250 giuristi pensionati a fronte di soli 100 studenti di diritto. Un’altra tendenza è l’aumento delle donne nella giustizia: all’Università di Zurigo due terzi degli studenti sono donne e nel 2023 il numero delle procuratrici pubbliche ha superato quello dei procuratori pubblici. Infine, il mercato del lavoro è caratterizzato da una crisi della lealtà che interessa tutta la società: la lealtà è progressivamente soppiantata da flessibilità e autorealizzazione.

«I desideri della generazione Z, ossia flessibilità e conciliabilità tra vita privata e lavoro, sono gli stessi di quelli che fanno parte da lungo delle rivendicazioni delle donne che vogliono fare carriera»

Annette Nimzik, Personalbereichsleiterin

Cosa contraddistingue il Tribunale amministrativo federale in qualità di datore di lavoro?
Annette Nimzik: Oltre al ritorno di immagine, il TAF offre condizioni di lavoro moderne e un ambiente prestigioso che rispecchia sostanzialmente l’alta qualità della sua giurisprudenza. L’aspetto competitivo rimane contenuto, le cancelliere e i cancellieri possono rivolgere tutta l’attenzione ai loro casi. Al TAF c’è anche una caffetteria per la gioia del palato, e le vacanze sono vere vacanze, visto che non bisogna essere sempre raggiungibili. So per esperienza diretta che non è così ovunque.
Monika Sengör: Al TAF sono rappresentate tutte le lingue e le culture svizzere. Anche la sicurezza del posto di lavoro gioca un ruolo importante come abbiamo visto durante la pandemia: mentre molte persone temevano di perdere il lavoro o lo stipendio da un giorno all’altro, noi non abbiamo avuto alcuna preoccupazione.

Altri articoli del blog