Lady Dublino

Beata Jastrzebska comincia a lavorare al Tribunale amministrativo federale (TAF) nel 2011. Inizia come cancelliera alla Corte V, poi, volendo raccogliere una nuova sfida professionale, passa nel 2020 alla Corte VI. Nel dicembre 2013, alla vigilia dell’entrata in vigore del regolamento Dublino III, su proposta della presidenza della Corte V assiste a Dublino a una conferenza su questa nuova normativa. È in effetti importante per il Tribunale avere accesso a informazioni aggiornate per seguire l’evoluzione rispetto al vecchio testo. La Corte le propone anche di diventare la referente del Tribunale in materia di applicazione del regolamento, compito che accetta con grande entusiasmo.
Per Beata, il diritto europeo e internazionale non era una novità già allora. Dopo gli studi all’Università di Friburgo e un master di secondo livello in diritto europeo, aveva lavorato quasi tre anni alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Specializzarsi al TAF sul diritto europeo della migrazione, in cui la protezione dei diritti fondamentali riveste un ruolo importante, le è quindi sembrato del tutto naturale.
«La dimensione internazionale della normativa Dublino è impegnativa, ma è anche ciò che la rende interessante.»
Beata Jastrzebska, Gerichtsschreiberin Abteilung V
Un vero labirinto giuridico
In quanto persona di riferimento, Beata riceve il compito – appassionante – di seguire la giurisprudenza, preparare documenti di lavoro e dare corsi di formazione ai nuovi cancellieri. Per tenersi al passo con gli sviluppi della giurisprudenza e le novità dottrinali, partecipa regolarmente a conferenze e incontri formativi, in Svizzera e all’estero. Si mette anche a disposizione per rispondere a domande individuali: il regolamento Dublino è «un vero labirinto giuridico». E guidare i colleghi tra i suoi meandri è per Beata una grande responsabilità, ma anche l’occasione per discussioni intellettualmente arricchenti: «Le persone che si rivolgono a me se ne vengono spesso con domande giuridiche sui generis e lo scambio di opinioni che ne segue non è solo molto interessante: è anche un canale di informazione che mi permette di seguire i problemi giuridici che si pongono.» Questo rapporto di scambio – molto apprezzato – le ha anche valso alcuni soprannomi del tipo Specialista di Dublino, Lady Dublino o ancora Nostra Signora di Dublino, che la divertono molto.
Il regolamento Dublino III è un meccanismo giuridico importante, ma spesso insufficiente di fronte a delle crisi migratorie. Il sistema è quindi al momento in fase di riforma con l’adozione del Patto sulla migrazione e l’asilo, che Beata segue ovviamente con attenzione, sottolineando l’importanza di disporre di un buon sistema comune di asilo a livello europeo capace di adattarsi ai cambiamenti della scena politica. Il regolamento Dublino III è uno strumento giuridico ibrido: rientra nel diritto europeo, è applicabile anche da Stati europei non membri dell’UE e può disciplinare la situazione giuridica dei richiedenti l’asilo di tutto il mondo al loro arrivo in Europa: «Questa dimensione internazionale della normativa Dublino è impegnativa, ma è anche ciò che la rende interessante».
L’impegno di Beata non si limita a questa specializzazione. Da diversi anni è anche membra della Commissione del personale, consesso che tiene in alta considerazione e per cui ha parole di grande apprezzamento: «È un luogo di scambio che permette di influire davvero sulla vita dell’istituzione per cui si lavora».
Il regolamento Dublino III stabilisce i criteri e i meccanismi che determinano lo Stato responsabile dell’esame di una domanda di protezione internazionale presentata da un richiedente l’asilo. È entrato in vigore il 1° gennaio 2014 e si applica ai Paesi dell’Unione europea come pure a Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera. Dal 1° gennaio 2025, tutti i «casi Dublino» sono stati ripresi dalla Corte V.
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