Comunicato stampa relativo alla sentenza B-3655/2023
Niente riduzione dei bonus per gli ex manager di Credit Suisse
La riduzione o soppressione delle retribuzioni variabili dei dirigenti dei tre massimi livelli gerarchici di Credit Suisse, ordinata dal Dipartimento federale delle finanze, era illegale. Il Tribunale amministrativo federale ha accolto il ricorso congiunto di dodici interessati, nella misura della sua ammissibilità.

Nel marzo del 2023, la Confederazione ha concesso a Credit Suisse un prestito a sostegno della liquidità. Dopo di che, nella sua ordinanza di necessità del 16 marzo 2023, il Consiglio federale ha ordinato al Dipartimento federale delle finanze (DFF) di disporre misure concernenti le retribuzioni ai sensi dell’articolo 10a della legge sulle banche. Il 23 maggio 2023, il DFF ha allora ordinato a Credit Suisse di ridurre o sopprimere in tutto il gruppo i versamenti di bonus (ossia le cosiddette «retribuzioni variabili») ancora in sospeso nel modo seguente: soppressione totale per i quadri al massimo livello dirigenziale, riduzione del 50 per cento per il primo livello gerarchico sotto la direzione e riduzione del 25 per cento per il secondo livello gerarchico sotto la direzione. Alcune tra le circa 1000 persone interessate sono insorte contro queste misure dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TAF). In una sentenza pilota, il TAF si è pronunciato sul ricorso congiunto di dodici interessati. Quattro altri ricorsi sono ancora pendenti e i relativi procedimenti sono sospesi fino alla crescita in giudicato della sentenza pilota.
Il divieto definitivo di versare bonus è illegale
Le retribuzioni variabili ridotte dal DFF costituivano diritti garantiti in modo vincolante dal datore di lavoro in virtù di un contratto di lavoro. Tali pretese contrattuali sono protette dalla garanzia della proprietà sancita dalla Costituzione federale. Gravi ingerenze in questi diritti necessitano di una base legale chiara ed esplicita. A giudizio del TAF, l’articolo 10a della legge sulle banche non rappresenta una base legale sufficiente. La legge prevede soltanto che possono essere adottate misure per la durata dell’aiuto statale accordato. Il tenore letterale della legge limita l’orizzonte temporale di queste misure alla durata del sostegno richiesto; pertanto, simili misure possono essere solo di natura provvisoria.
Tutti gli aiuti statali concessi a Credit Suisse scadevano al più tardi l’11 agosto 2023. Il DFF ha però disposto che le retribuzioni dei collaboratori interessati fossero ridotte o soppresse definitivamente, e quindi anche oltre la durata dell’aiuto statale. La misura ordinata è dunque molto più grave rispetto a un divieto di versamento di durata limitata, e non è prevista nella legge. Vista l’assenza di una base legale sufficiente per le riduzioni, il TAF ha ritenuto che la decisione del DFF è illecita. Il tribunale ha accolto il ricorso degli interessati nella misura della sua ammissibilità. Questa sentenza può essere impugnata dinanzi al Tribunale federale.
Nessuna questione di responsabilità
Le misure concernenti le retribuzioni variabili secondo la legge sulle banche non costituiscono sanzioni per eventuali mancanze da parte dei collaboratori della banca che beneficia di un sostegno statale. Giuridicamente, la questione della responsabilità dei manager interessati è pertanto irrilevante. Sia il DFF sia l’UBS, che ha ripreso Credit Suisse, hanno comunque argomentato in modo generico che la riduzione o soppressione dei bonus fosse giustificata dal fatto che gli interessati facevano parte dei tre massimi livelli dirigenziali di Credit Suisse e quindi erano responsabili della strategia della banca e del suo completo tracollo. Tuttavia, né il DFF né l’UBS sono stati in grado di dimostrare concretamente che almeno uno dei dodici manager interessati avesse, per propria azione o per omissione contraria a un obbligo di agire, assunto dei rischi eccessivi e provocato così la situazione finanziaria di Credit Suisse. Nessuno dei manager interessati da questa sentenza apparteneva al livello dirigenziale più alto di Credit Suisse.
Contatto

Rocco Maglio
Addetto stampa