Una snella macchina decisionale

Mark Schweizer, come descriverebbe in sole tre parole il Tribunale federale dei brevetti?
Lean deciding machine.
Una snella macchina decisionale: perché in inglese?
L’inglese è una lingua importante per noi. Siamo l'unico tribunale in Svizzera in cui è possibile dibattere in inglese con il consenso delle parti. Quasi un quinto dei nostri procedimenti si svolge in inglese, ma le sentenze devono poi essere redatte in una lingua ufficiale, che per circa il 70 per cento è il tedesco.
Quante sentenze emettete all’anno e che volume hanno?
Ogni anno emaniamo tra le dieci e le 15 decisioni, che contano in media un’ottantina pagine. Si tratta di casi tecnicamente complessi e impegnativi. Le questioni che si pongono richiedono competenze specialistiche. Ecco perché la maggior parte dei nostri circa 40 giudici non di carriera dispone anche di una formazione tecnica.
Può citare una sentenza del TFB che ritiene particolarmente importante?
Ce ne sono molte, ma penso che una su tutte sia la sentenza parziale O2017_007 del 1° novembre 2019. Concerneva la brevettabilità della rappresentazione delle informazioni visualizzate sullo schermo di un macchinario per la respirazione artificiale. La rappresentazione delle informazioni in sé non è brevettabile. Si è dovuto decidere a che condizioni questa risolvesse un problema tecnico e fosse quindi anche brevettabile. È una questione importante, perché se è vero che le interfacce grafiche esistono da tempo, in questo campo vi sono sempre continue innovazioni legate alla realtà aumentata e alla realtà virtuale.
Oltre a Tobias Bremi, lei è l’unico giudice ordinario del tribunale. Qual è il suo ruolo?
Ritengo che il mio compito consista, tra le altre cose, nell’assicurare l’«unité de doctrine» della nostra giurisprudenza, che deve essere coerente e rendere intelligibile ai soggetti della giustizia il nostro modo di vedere certe questioni. In quanto presidente del tribunale presiedo inoltre le sedute della Corte plenaria, che si tengono due volte l’anno e nelle quali lavoriamo appunto per dare una linea comune alle nostre modalità di lavoro e alla nostra giurisprudenza.
«Ritengo che il mio compito consista, tra le altre cose, nell’assicurare l’«unité de doctrine» della nostra giurisprudenza.»
Mark Schweizer
Lei presiede il Tribunale federale dei brevetti da ormai quattro anni. Prima aveva lavorato per dieci anni in un grosso studio legale commerciale. Si è mai pentito del cambiamento?
Assolutamente no. Avendo già lavorato per il TFB come giudice non di carriera, sapevo più o meno cosa aspettarmi. Vi sono naturalmente alcuni svantaggi legati alle piccole dimensioni del tribunale che a volte rendono il lavoro di tutti i giorni un po’ solitario. Oltre ai due giudici ordinari, c'è solo il primo cancelliere o, in sua assenza, il suo vice, oltre a due impiegate di cancelleria periodicamente di stanza a San Gallo. Di solito siamo in tre qui, oggi per esempio solo in due.
Perché avete un solo cancelliere? I giudici scrivono da soli le sentenze?
Nei giudizi tecnici, le questioni giuridiche e materiali sono così strettamente collegate che non possono de facto essere separate. Il nocciolo della sentenza può essere quindi scritto solo da uno specialista, sia esso un chimico, un fisico, un ingegnere meccanico o elettronico. Il cancelliere si occupa prevalentemente delle questioni procedurali. Se sono nel collegio giudicante, scrivo volentieri la sentenza da me.
Come si svolge una sua giornata lavorativa tipo?
Trascorro la maggior parte del tempo leggendo i dossier, i pareri e le valutazioni preliminari degli aspetti tecnici da parte dei giudici specializzati. Rispondo anche alle mail in arrivo. Sono così poche che all'inizio ho persino pensato che il mio account Outlook fosse rotto. Anche il telefono è per lo più muto: chi comunica con il tribunale lo fa per iscritto e via posta.
Come funziona la composizione dei collegi giudicanti al Tribunale federale dei brevetti?
Di regola un collegio giudicante è composto da tre giudici, da cinque nel caso di questioni di principio. La competenza di assegnare il caso spetta a me; i principali criteri di attribuzione sono la lingua e l'ambito di specializzazione. A prima vista un pool di 30 giudici con formazione tecnica sembra grande. Ma se ad esempio ho bisogno di un fisico, di possibili ne ho sei. E se la lingua del procedimento è il tedesco, me ne rimangono quattro, due dei quali potrebbero magari avere un conflitto di interessi. A volte posso dirmi contento se trovo qualcuno disponibile ad occuparsi del caso.
Il Tribunale federale dei brevetti compie dieci anni
Assise di prima istanza della Confederazione, il TFB giudica le controversie di diritto civile in materia di brevetti. Entrato in funzione il 1° gennaio 2012, ha sostituito in quest’ambito i 26 tribunali cantonali, che avevano poca esperienza con i casi di diritto brevettuale ed erano quindi spesso in sovraccarico.
Le competenze specialistiche del collegio giudicante sono garantite dai circa 30 giudici non di carriera con formazione tecnica – principalmente chimici, fisici e ingegneri meccanici – che, insieme a un’altra decina di giudici non di carriera con formazione giuridica, sono eletti dal Parlamento federale per sei anni. Il funzionamento del tribunale non è finanziato da imposte pubbliche. La metà del budget è coperto dalle tasse di giudizio; il resto è a carico dell’Istituto federale della proprietà Intellettuale, il cui eccedente proviene perlopiù dalle annualità pagate sui brevetti.
In che modo il collaborare con giudici senza formazione giuridica incide sul processo decisionale e poi sulla sentenza?
I consulenti in brevetti cui ci appoggiamo non hanno forse una formazione in diritto civile, ma ce l’hanno certamente in diritto dei brevetti. Trovo molto arricchente lavorare con loro. I dibattimenti sono sempre orali e sono orali anche le deliberazioni in cui vengono successivamente discussi i fatti tecnici. Trovo che gli scambi orali favoriscano molto la qualità. Quando a me sembra giuridicamente logica una risposta su cui tutti i non giuristi scuotono la testa, torno a spulciare i libri.
Come fate a garantire che i membri del collegio giudicante non abbiano conflitti d’interesse?
Da un lato attraverso la trasparenza: i nostri giudici sono elencati sulla nostra homepage insieme ai loro datori di lavoro. Dall’altro, accertandoci con cura in anticipo che non vi siano relazioni tra giudici e parti – il che, nel caso di grandi gruppi con filiali i cui nomi non permettono di risalire al gruppo madre, non è sempre facile.
Come interagite con i giudici non di carriera che non lavorano in sede?
Tutti gli atti procedurali sono scansionati qui da noi. I giudici non di carriera vi hanno accesso tramite una piattaforma comune. Per i dibattimenti utilizziamo di solito le aule del Tribunale amministrativo federale. La legge ci permette anche di sedere presso i Cantoni, non abbiamo un foro fisso. Se le parti vengono dalla Svizzera occidentale, ci riuniamo spesso nel Municipio di Neuchâtel. Con il suo parquet scricchiolante, le colonne e i ricchi intagli, la sua sala d’udienza è tutto l'opposto della fredda architettura in cemento del TAF.
Oltre alle aule d’udienza utilizzate anche altri servizi del TAF. Funziona bene?
Sì, funziona bene. Abbiamo un contratto di servizio e contro pagamento usufruiamo di prestazioni nei campi della finanza e del controlling, delle risorse umane e dell’informatica. Non mi dispiace affatto non dovermi anche occupare di progetti di digitalizzazione o di gestione del personale. In questo modo posso dedicare l'80 per cento del mio tempo all'amministrazione della giustizia e il resto ai compiti presidenziali.
Diamo uno sguardo al futuro: quali sviluppi e quali sfide vede in prospettiva per il settore giudiziario?
C’è bisogno, a mio avviso, di agire a livello di costi e di durata dei procedimenti. Se una parte non ha soldi, beneficia di un processo gratuito; se ne ha molti, i costi del contenzioso non hanno alcuna importanza. Ma per tutti quelli che si trovano nel mezzo, è difficile: la nostra giustizia è diventata così costosa che più tarda a rispondere e più diventa inaccessibile alla classe media e alle PMI. Dobbiamo abbassare i costi di giudizio in modo tale che anche il cittadino medio possa ottenere giustizia in tempi ragionevoli. Naturalmente, la colpa non è solo dei tribunali: gran parte dei costi è causata anche dagli avvocati. E questo genera frustrazione nei soggetti della giustizia.
Come sarà il Tribunale federale dei brevetti nel 2032?
Quando sono entrato in carica quattro anni fa, ho detto che volevamo diventare il miglior tribunale dei brevetti in Europa. Tra dieci anni dovremmo aver raggiunto l’obiettivo!

PERCORSO PROFESSIONALE
Mark Schweizer presiede il Tribunale federale dei brevetti dal 1° gennaio 2018. In precedenza aveva lavorato per dieci anni come avvocato specializzato in proprietà intellettuale e diritto dei brevetti presso un grande studio legale commerciale di Zurigo. 49enne, è libero docente di sociologia del diritto, teoria del diritto e diritto procedurale civile all'Università di San Gallo. Vive con la famiglia a Winterthur.
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