Verso il futuro digitale

Beat Weber, giudice presso il TAF, è convinto che la digitalizzazione offra molte opportunità. Se tutto procede secondo programma, tra due anni sarà possibile elaborare una sentenza in modo completamente digitale.

08.09.2025 - Katharina Zürcher

Condividere
Beat Weber, digitalizzazione
«Trovo stimolante la prospettiva che la digitalizzazione possa semplificare il nostro lavoro e a lungo termine anche velocizzarlo»: il giudice Beat Weber si impegna a favore della trasformazione digitale in seno al Tribunale amministrativo federale. (Foto: Daniel Winkler)

Beat Weber, ha un’affinità particolare con la digitalizzazione dei processi lavorativi?
Fin da piccolo ho avuto affinità con tutto ciò che riguarda la tecnologia. In tutto il mio percorso professionale gli aspetti tecnici e regolamentari mi hanno sempre appassionato. Apprezzo però anche la creatività che caratterizza l’attività giudiziaria ma anche le mie precedenti attività di insegnante di scuola secondaria e di musicista. 

In seno alla commissione amministrativa del tribunale, è responsabile dei progetti di digitalizzazione. Cosa la spinge a impegnarsi in questo campo?
La prospettiva che la digitalizzazione possa semplificare il nostro lavoro e a lungo termine anche velocizzarlo. In ogni caso, la trasformazione digitale supporterà le nostre attività consentendoci di concentrarci sulla nostra missione vera e propria, ossia la giurisprudenza.

I progetti procedono secondo programma?
Complessivamente sì. Si tratta di diversi sottoprogetti interdipendenti sul piano sistemico. Nei nostri progetti consideriamo sempre anche la connettività con Justitia.swiss. In futuro, questa piattaforma nazionale consentirà lo scambio di dati tra tribunali, ricorrenti e amministrazione. Oltre alla realizzazione agevole e ottimale dei progetti, mi sta molto a cuore la formazione: gli utenti devono seguire una formazione esaustiva ed essere accompagnati al meglio durante la fase di introduzione.

«L’intelligenza artificiale può essere utilizzata nella ricerca giuridica, nell’indicizzazione degli atti delle autorità inferiori o nell’anonimizzazione delle sentenze. Resta da vedere in che misura sarà in grado di redigere decisioni in modo autonomo»

Beat Weber

In che misura l’intelligenza artificiale avrà un ruolo nelle nuove applicazioni?
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata nella ricerca giuridica via la nostra biblioteca o nell’anonimizzazione delle sentenze, come già fanno alcuni tribunali. Può essere impiegata anche per l’indicizzazione «intelligente» degli atti delle autorità inferiori e per la sintesi dei contenuti. Resta da vedere in che misura sarà in grado, un giorno, di redigere sentenze in modo autonomo, per esempio, nel caso di una decisione di non entrata in materia per mancato versamento dell’anticipo delle spese. Le nuove applicazioni consentiranno ulteriori sviluppi e integreranno l’IA.

Con Justitia 4.0, i procedimenti giudiziari potranno essere condotti in forma digitale in tutta la Svizzera. A che punto è il progetto pilota del Tribunale amministrativo federale?
Il Tribunale amministrativo federale è uno degli utenti che stanno testando il sistema in Svizzera. La nuova legge federale concernente la piattaforma per la comunicazione elettronica nella giustizia (LPCEG) crea le basi giuridiche necessarie. 

Beat Weber ricopre dal 2008 la carica di giudice della Corte III, che ha presieduto nel 2023 e nel 2024. Da gennaio è responsabile della digitalizzazione in seno alla commissione amministrativa del TAF. Dopo aver ottenuto il diploma di insegnante di scuola secondaria, si è diplomato al conservatorio di Friburgo e successivamente ha intrapreso gli studi di diritto all’università di Friburgo. Ha maturato esperienza professionale dapprima come collaboratore scientifico presso l’Ufficio federale dei rifugiati, successivamente come responsabile di progetto presso l’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia e infine come giudice presso la Commissione svizzera di ricorso in materia d’asilo. 

Altri articoli del blog